domenica, giugno 25, 2006

Claustrofobico?


Per quanto il condizionatore potesse redimere il richiamo del vento di Scirocco, il mio cervello era consepevole del fatto che fosse estate e questo alla lunga avrebbe scatenato reazioni emotive incontrollabili...
Non vedevo l'ora che fosse sabato perchè avevo due appuntamenti speciali; il primo era a Lunamatrona da mia Zia Paina dove avremmo festeggiato con un pranzo la festa di San Giovanni.
Il secondo era a partire dal primo pomeriggio; vale a dire stare un pò in compagnia di New Love in una casa dalla località segreta.
Quando sono arrivato da mia Zia Paina mi bruciavano gli occhi per il caldo e la prima immagine è stata quella di urlanti bambini in bicicletta che sfrecciavano in giardino; verso l'ingresso c'erano sedute altre persone che non avevo mai visto.
Solo lì ho appreso la notizia che eravamo in 17 e che quindi c'erano un sacco di persone che non conoscevo.
Il mio grado di irritazione si è spostato da gestibile a forzatamente ingestibile.
Che palle!
E' tutta la settimana che vedevo persone che non conosco, che faccio sorrisi a chi non li merita, che tollero una collega che cerca di farsi notare sottolineando gli errori degli altri.
Arrivo lì e mi vedo tutta questa gente.
A tavola ho trovato rifugio presso gli anziani che di sicuro mi avrebbero raccontato qualcosa sulla guerra o qualche episodio risalente al periodo di Mussolini.
Ricordo che da piccolo adoravo perdermi a casa di mia nonna Peppina; guardare le vecchie cornici, le foto in bianco e nero, le divise militari dei miei zii, le medaglie arrugginite e consumate, i francobolli, le vecchie lire, gli antichi attrezzi per fare il pane e per lavorare la terra.
La macchina da cucire di mio nonno era magica.
Bastava sciacchiare il pedale di ferro e questo faceva muovere una grande ruota dove scorreva una specie di fune che dava il ritmo all'ago facendolo salire e scendere.
Le campane della chiesa suonavano e i botti di festa che tuonavano in alto facevano spaventare gli uccelli che volavano tutti verso una direzione, disegnado il cielo che non si poteva guardare talmente era luminoso.
La gigantesca pianta di fichi dove mi arrampicavo copriva metà dell'orto.
Da li potevo vedere il mondo.
Potevo vedere gli alberi storti e solitari in mezzo ai campi appena fresati, potevo vedere le galline e le oche del vicino, potevo vedere sin dove le formiche riuscivano a salire e non c'era davvero nulla di cui avessi paura, perchè li sarei sempre stato sopeso tra quello che era e quello che è.
Nessuno mi avrebbe giudicato, nessuno mi avrebbe trovato lassù, il mondo avrebbe ignorato la mia esistenza , ma io avrei potuto osservarlo per sempre.
Se posso fare tutte queste cose da piccolo che necessità c'è di crescere?
Che necessità c'è di stare con una persona, gli esseri umani non sono già nati completi?
Con questo pensiero ho incontrato New Love che come me aspettava questo giorno.
Quando stai a letto con qualcuno non ti rendi conto di quanto tempo passa, potresti esserci andato alle 17 e accorgerti che sono già le 21.
Il posto era meraviglioso, la casa era carina e accogliente , il contesto era romantico.
Eppure io mi sento più legato ai grandi spazi costruiti, quelli vecchi e fatiscenti, quelli che si diramano in piccole viuzze e salgono verso il cielo alla ricerca di spazio.
Essendo come due clandestini (per aver sottratto e duplicato un paio di chiavi di nascosto ) non si potevano aprire le finestre e per questo motivo ho cominciato a girare per casa senza una meta.
Anche da Ex-Fiamma era così, sempre chiuso, sempre buio, tutto in completo disordine.
Ho sentito come se stessi per soffocare , come se il mio respiro fosse diventato pesante e le pareti della casa si stringessero attorno a me fino a ingoiarmi.
Che cosa è questa improvvisa paura di morire?
Perchè gli esseri umani si affaticano tanto per costruirsi una vita che non sono in grado di controllare?
Mi sono diretto verso la porta e l'ho spalancata.
L'aria fresca mi ha raggiunto e ho sentito il sangue scorremi dentro, con un sospiro di sollievo mi sono inginocchiato a terra e ho abbracciato un gatto che era li fuori.
Vorrei essere come te.
Libero in questo spazio immenso e verde; sono così stanco del fatto che in questa vita debba esserci sempre qualcosa di artificioso.
Ps:La pasta al forno di zia Paina era salata.
Pss:Non credo che oggi andrò a votare: mio padre e Rain non approveranno.