mercoledì, dicembre 12, 2007

Molestie fotografiche


Esiste un modo per aumentare la propria autostima e uno per demolirla.
Il metodo che aumenta l’autostima consiste nel rivedere le foto di quando si era adolescenti; che fossero lunghi, corti, medi, colorati, mossi, lisci e a punta i miei capelli erano sempre orribili.
Le parrucche e i capellini dovevano far parte del mio karma.
Il mio abbigliamento era davvero osceno, mi chiedo come ho fatto ad andare in giro con certi felponi, camice a quadri lunghissime e jeans stretti al punto da strizzare tutto il set composto da cazzo, palle e indumento intimo.
Non voglio neppure soffermarmi sulle scarpe e sui vari accessori oramai in via di fossilizzazione da qualche parte in mansarda.
Molti penserebbero che era un modo per stare al centro dell’attenzione, ma allora ero convinto di stare davvero bene vestito in quel modo.
Sono da scusare; in quel periodo non esistevano macchine fotografiche digitali che documentassero gli orrori sartoriali che indossavo.
Le macchine di un tempo avevano una risoluzione minima, quindi in foto ci vedevamo sempre belli anche quando un principio di brufolo minacciava la stabilità di mento e fronte.
Queste figlie di puttana di fotocamere digitali riescono ad immortalare anche i pori ostruiti e in alcuni casi pure la ricrescita dei peli superflui post ceretta.
Il metodo per demolire la propria autostima è molto semplice; basta farsi una fototessera.
Per tutto il mese mia mammy ha rotto le palle in quanto la mia carta d’ identità era scaduta e doveva essere rinnovata presso quei simpaticoni del comune che non hanno neppure il garbo di accendere un minimo di riscaldamento tra un’ entrata e l’altra facendo congelare i poveri disgraziati che in quella giornata hanno bisogno di prestazioni sospirate da parte dell’antipaticissimo personale.
Diciamola tutta il soggetto è importante, ma le foto tessere non le sanno fare.
Se uno ha un naso importante perché gli chiedi di abbassare il mento?
Non sai che questa operazione mostrerà il naso in tutta la sua importanza?
Evidentemente No!
Ancora; chi ti fa la foto non ti mette a tuo agio.
E mettiti così e mettiti cosà, ruota il busto, testa dritta, spalla giù, culo su, risultato; spontaneità zero e ghigno sulla foto.
Il bello è che grazie alla moderna tecnologia puoi anche scegliere tra diverse foto e scoprire che in tutte sei venuto malissimo.
Alla fine quando hai scelto la meno disastrosa arriva il momento in cui paghi e non vedi l’ora di mettere i tuoi cloni dentro la borsa e farli sparire prima che qualche altro cliente possa vedere quella foto che ti fa apparire come appena deospedalizzato.
Quando avrai superato tutti questi livelli non ti resterà che portarla in comune e scoprire che la patente è già un valido documento di riconoscimento e di conseguenza tutta quella molestia fotografica subita sarà stata totalmente inutile.