venerdì, gennaio 02, 2009

In magica armonia

Di lei avevo sempre sentito parlare.
Per anni avevo visto le sue foto.
Sapevo che era meravigliosa per questo motivo non poteva sorprendermi più di tanto.

Eppure tornato a casa la rivedevo in ogni mio sogno; lei era in ogni mio pensiero e sentivo il suo richiamo.
Lei mi sussurrava dolcemente qualcosa.
Con lei nessuno era solo.

Roma mi era entrata nel cuore.

In quel momento capivo che il cervello aveva necessità di rielaborare i ricordi, anche quelli che sembravano di poco rilievo e da qui e far scaturire una vasta gamma di sensazioni che intrecciandosi potevano dare vita ad un unico sentimento chiamato amore.

Una fibra unica , decisamente resistente.

Chissà se era questo il fascino di tutte le città d’Europa.

Chissà se questo era lo stesso meccanismo che ci faceva innamorare delle persone.
Non ero sicuro, ma quel giorno avevo fatto una grande scoperta.

Tutti erano fuori alla ricerca del dono perfetto per persone imperfette, io anche se me ne mancavano ancora 2, non avevo nessuna intenzione di scollarmi dalla stufetta alogena.


Dentro di me, più freddoloso che mai, valutavo l’ipotesi di indossare sotto i jeans un paio di collant coprenti.
Sapevo benissimo che se avessi fatto una cosa del genere, anche solo a scopo “coprente” mi sarebbe sicuramente capitata una di quelle occasioni da incontro a luci rosse.
Al momento di calare i pantaloni il pianeta Terra avrebbe riso di me e io mi sarei ritrovato con uno di quei soprannomi che ti rimangono per tutta la vita.

Miranda Mastopessy, Filayppo Von Fustemberg e Peo Pauselli volevano a tutti costi fare un ritorno in discoteca e quindi l’idea del collant coprente era stata archiviata .

Io ero sempre un po’ restio ad andare in questi posti perché sapevo perfettamente che mi sarebbe capitato qualcosa di deleterio.

Infatti una coppia di quarantenni dai denti incapsulati che ci aveva puntato fin dalla nostra comparsa sulla dancefloor e proponeva a me e Miranda Mastopessy di fare un quadrato.

Miranda, decisamente irritata, aveva lasciato a me la patata bollente fuggendo con Peo Pauselli al bar.

Non erano carini e neppure sexy, ma ciò che mi aveva fatto storcere il muso era stata la sfacciataggine di farci quella proposta senza un minimo di corteggiamento.

Era veramente poco elegante dialogare con una persona e fissargli le vari parti del corpo come se queste avessero il dono della parola.

Soprattutto io avevo maturato dentro di me, forse troppo tardi, che il sesso occasionale era una super stronzata.

Io in vita mia ne avevo fatte tante di forme geometriche, forse pure un pentagono, ma quel giorno e con quei personaggi avrei di gran lunga preferito dedicare quel tempo alla mia masturbazione.

Nell’aria quella sera c’era qualcosa di strano, forse era il mio Dolce o forse era il profumo, ma quella sera collezionavo proposte sessuali più o meno esplicite.

Miranda diceva che 300 euro di jeans erano un investimento da trombata sicura.

Quella sera non c’era niente di quello che stavo cercando.

Nessuna voce.
La magia era andata lontano.

Nel pomeriggio di Natale la tavola era stata addobbata con una tovaglia rossa e due candele , non c’erano piatti e posate, ma solo pacchetti regalo.

Intorno al tavolo erano state disposte le sedie; era stato riservato un posto solo alle persone che contavano.

Questo è per me, questo e per te, questo è per lui e questo è per lei.

In quel momento Roma era solo un ricordo, distante quanto il mare che ci divideva.

Intorno e sopra a quel tavolo c'era tutto.

Per un momento la ricerca era finita.
La magia era tornata e poteva fare cose incredibili.

Sembrava di essere tornati negli anni 80 quando il Natale aveva davvero un sapore diverso.
Per un momento a tutti erano stati tolti 10 o 15 anni.


Nell’aria sembrava di sentire il vecchio jingle della pubblicità della CocaCola.


Vorrei cantare insieme a voi in magica armonia,
auguri CocaCola e poi un coro in compagnia….


Il video leggendario (clicca qui) che annunciava il Natale e veniva trasmesso decine di volte al giorno vedeva protagonisti dei ragazzi seduti a terra, ognuno con una candela in mano che andavano a comporre la figura di un albero di Natale.