domenica, agosto 02, 2009

Domenica

Da qualche giorno mi ero preso la sana abitudine di consumare il mio tè coi biscotti schiacciati in veranda.
In una sedia c’ero io e nell’altra la mia gatta Monnalisa ( in summer edition ) che fingeva di dormire al solo scopo di tenere sottocontrollo il contenuto del mio tè.

Era domenica mattina e probabilmente tutti erano al mare.
Il mio turno serale non consentiva questa alternativa al mio tè coi biscotti schiacciati.
Invidiavo le persone che in quel momento stavano piantando l’ombrellone sulla spiaggia.

Non c’era un filo di vento e non c’erano nuvole nel raggio di km e km.
Ogni tanto potevano distinguersi chiaramente i vari aerei che volevano silenziosamente.

Invidiavo le persone sedute a bordo che si dirigevano in posti lontani.

Tutto era calmo e tutto era fermo; in lontananza potevo sentire persone parlare e il tintinnio di posate e piatti.
Anche i rintocchi della campana hi-tech della chiesa erano stranamente schermati da quel silenzio, da quella cupola azzurra.

Forse in quella veranda, vicino alla mia gatta avevo trovato la forma di relax assoluto; infatti per qualche minuto avevo dimenticato dov’ero e cosa dovevo fare.

Quella era la vera essenza della domenica; fermarsi per un attimo e capire che nonostante tutto si era arrivati fino a quel momento.

Una sensazione che da un milione di anni avevo dimenticato.