domenica, aprile 02, 2006

Butterfly



Attraverso l'incesiere di vetro blu la fiamma della candela era diventata azzurrina e io la fissavo come se ne fossi stato ipnotizzato.

Nella mia stanza si diffondeva l'odore dell' olio ai frutti di bosco e la mia mente viaggiava; era come se tra le mie mani ci fosse una tazza di thè e il mio viso si specchiasse in esso assieme a tutti gli ultimi avvenimenti di questa settimana.

Tutto mi appariva lontano e remoto, tutto mi sembrava precario e destinato a finire.

Ripensavo alle parole di mia zia a cena ieri sera:

" Era come una farfalla dentro casa, portare i fiori in cimitero è una cosa che non serve."

"Serve unicamente a me, perchè mi manca."

Io la capivo perfettamente; capivo cosa provava e sapevo esattamente il significato di quelle parole.

Ho già provato questo lutto del cuore: forse non con la stessa straziante profondità, ma io penso di capire.

Penso di capire l'amore.

Esiste una parte di noi potente e razionale che sa trovare soluzioni efficaci nel giro di pochi secondi; purtroppo questa parte geniale deve fare i conti con la parte sentimentale che non conosce ragione, che non ha la forza di scrivere nuovi capitoli.

Una parte di me era morta e l'altra incompleta era destinata a morire.

Ma solo io ho il potere di ucciderla, solo io posso farla morire .

Qui, tutto stava diventando instabile, tutto si consumava velocemente, nulla voleva darmi un opportunità.Tutto questo cominciava a diventare logico.

Quel piccolo germoglio dentro me non sarebbe potuto crescere se io non avessi cambiato habitat.

Questa consapevolezza diventava ogni giorno più forte, stavolta neppure l'amore mi avrebbe impedito di prendere il volo.