sabato, gennaio 12, 2008

Parlami del tuo trivano

L’Epifania si era davvero portata via tutte le feste.
Quando il giorno 7 alle 7 e 15 della mattina sono sceso giù in cucina, mia mamma aveva fatto sparire i due alberi di Natale e tutte le decorazioni che nel corso degli anni erano moltiplicate .
L’ Epifania si era portata via anche qualche amico.
Finite le vacanze Rain era tornata a Trento e io mi ritrovavo ad aver commesso un numero sempre maggiore di pazzie.
Nella mia testa potevo vedere il negozio di tè che avevamo scoperto; nascosto in una traversa di via Roma vendevano pure il burro di arachidi.
Il mio stomaco poteva ricordare le montagne russe giù al porto e quella specie di galeone che veniva portato in aria da due enormi braccia meccaniche.
Ricordavo la costosa e schifosa cena di capodanno , le partite a bowling all’ultimo sangue, la pizzata al Fantasma , i balli improbabili al Movida e gli inviti esclusivi nella mia camera per la degustazione dei tè ricevuti per Natale.

Non era facile concentrarsi sul lavoro, non era facile tornare normale.
La notte quando andavo a dormire la mia testa continuava a lavorare e mi faceva fare viaggi mentali in luoghi che non avevo mai visto.
Era come se mi trasformassi in un radar che poteva spaziare ovunque alla ricerca di qualcuno o qualcosa che non voleva farsi trovare.
Al mattino, ripensando a queste cose, non avrei fatto caso allo zucchero che mettevo nella tazza e questo avrebbe reso la colazione più dolce.
A lavoro i miei colleghi erano diventati monotematici; per tutto il tempo, tra una chiamata e l’altra si discuteva di come ottenere un mutuo regionale, a fondo perduto o meno, calcolando i tassi d’interesse in base agli anni per poi scoprire che le banche erano in realtà degli strozzini legalizzati.
Avvolte mi chiedevo se fossimo ancora da Sky o allo sportello di una banca.
Chi aveva ottenuto il magico mutuo dava istruzioni agli altri dichiarando che era necessario affrettarsi.
Mentre il mio collega mi illustrava come fosse il suo trivano a Quartu io fissavo lo schermo del computer e pensavo a tutto quello che avrei potuto combinare in una casa tutta mia.
Di sicuro avrei organizzato moltissimi pigiama-party anche se questo suonava come una festicciola al femminile.
Dopo tutto da quando il rosa è diventato il colore più di moda tra gli uomini non credo che esistano più cose riservate solo alle donne o solo agli uomini.
Le donne già fanno tutto quello che fanno gli uomini; alcune di loro indossano la cintura fallica per avere il pene.
In effetti non avevo mai pensato ad una casa mia dove poter fare tutto quello che mi pare.
Non potendomi permettere un mutuo da mille e una rata sapevo che con un colpo di bacchetta avrei potuto trasformare la cucina dello scantinato e il bagno in un mini-appartamento.
Tutta via non sarebbe servito a molto creare un altro angolo fantastico della casa se poi non fossi stato messo nella condizione di condividerlo con chi mi interessava.
Sarebbe stato tutto uno spreco anche perché io di solito mi interesso sempre a persone volubili, prepotenti e profondamente egoiste.