mercoledì, settembre 03, 2008

Disco House

Oramai Settembre era giunto e la calura estiva diventava insopportabile.
Potevo tollerarla solo nella riva del mare di Chia, seduto sulla spiaggina, dove finalmente mi godevo il sole che mi regalava un abbronzatura favolosa.

In una vacanza di gruppo non era sempre facile conciliare le abitudini di tutti; c’era infatti chi come me si divertiva quando il mare era mosso e amava farsi strapazzare dalle onde, c’era chi quando si usciva voleva dormire e quando gli altri dormivano voleva uscire.
C’era chi cucinava alle 4 del mattino facendo casino e svegliando quelli che erano a letto e c’era anche chi aveva speso una fortuna in costumi da bagno e non ne voleva sapere di andare al mare poiché in quella situazione non era possibile essere sempre in ordine e figa.

Oramai era inutile rimuginare, ero su quella spiaggina senza ascoltare le lamentele di chi aveva fame o prurito ai piedi per la sabbia; capivo che essere amici non significava per forza essere sulla stessa lunghezza d’ onda, soprattutto al mare.

Nei giorni a seguire avrei valorizzato ancora di più quel colorito esotico con magliette verdi e rosa quasi fluorescenti.
Sapevo che quella doratura era a tempo determinato e quindi era meglio metterla in mostra prima che svanisse, mostrando a tutti quella che era la mia vera natura cadaverica ed emaciata.
Una pelle bianca come il marmo che c’è sui cimiteri.

Infondo io ero una creatura notturna che amava stare con le tapparelle abbassate nel vano tentativo di lasciarsi il mondo fuori.
Potevo anche arrivare a cancellare il numero di un caro amico se mi rendevo conto di essere trascurato.
Non lo facevo perché volevo tagliare i rapporti, lo facevo perché non volevo avere la tentazione di condividere quello che era mio.

Per tutta la vita non avevo fatto altro; avevo messo a disposizione quello che era Mio al mio mondo e in cambio né avevo ottenuto tanta scontatezza.

Tanta magia era davvero andata sprecata.

Io sapevo gestire molto bene la mia solitudine, sapevo intrattenermi con poco, uno stereo e qualche stranezza luminosa acquistata a basso costo dei cinesi ed ecco che la mia stanza diventava una discoteca.
Potevo scatenarmi e arrampicarmi come una scimmia e mandare a fanculo il mio proposito che avrei fatto yoga.
Inoltre con tutto questo movimento avevo un culo stupendo.