martedì, novembre 25, 2008

Ciclamino

Quella era stata la settimana della famiglia, ovvero tre giorni dedicati al recupero delle proprie origini prima che la vita mi portasse all’esplorazione di strada oscure e strade glitterate.

Mia nonna materna, trascurata da secoli, era felicissima di vedermi nel giorno del suo compleanno ed aveva definito quell’ evento il regalo più bello.

Mia nonna Peppina era molto saggia, per niente invadente e non mi faceva mai domande; semplicemente si godeva la mia presenza, non voleva sapere cosa facevo, ma sapeva intrattenermi con numerosissimi racconti del suo vicinato.

Adorava i ciclamini ed io ne cercavo sempre di colore diverso, impresa che anno dopo anno si faceva difficile.

Mio nonno era li che guardava la televisione distogliendo la sua attenzione da Verissimo solo con la comparsa dei dolci nel tavolo.

Mio nonno non mi riconosceva più, forse per essere rimasto indietro, era l’unico a notare un cambiamento.
Era comunque li, nonostante l’alzheimer, da sempre a fianco di mia nonna Peppy.

Al secondo giorno dedicato alla famiglia esploravo la nuova casa di Zia Karmen.
Seduto di spalle al grande camino in pietra e con un cioccolato fondente in bocca, apprendevo dalle mie cugine che avere dei fidanzati tutto fare semplificava la vita e lasciava nella borsa il portafoglio.

Io non sapevo fare un cazzo, se appendevo un chiodo al muro rischiavo di bucarlo e basta.
Molti quadri nella mia stanza erano posti in modo da coprire i numerosi sbagli edilizi delle mie martellate.

Al terzo giorno a casa di mia cugina Sea, fresca di fiori d’arancio e Swarovski, l’amore trasudava da ogni parte ed era quasi palpabile come il divano color avorio dove stavo seduto a spulciare le foto della sua favolosa luna di miele in Messico.

Il suo amore si era anche cimentato nella preparazione delle polpette.
Non avevo capito se a stupirmi di più erano le polpette o il Messico.

Ancora una volta mi trasformavo in un alieno in visita sul pianeta Terra dove esiste una cosa chiamata amore reciproco.
Leggende e fiabe raccontano che questo esiste davvero.

In quel momento, per qualche strano motivo, mi venivano in mente i ciclamini di nonna Peppina.

Di un ciclamino soltanto non si era mai sentito parlare.
I ciclamini erano belli quando erano tutti assieme.
Nella mia testa potevano essere la metafora che rappresentava gli amici e la famiglia.

Da solo, per quanto bello e appariscente, un ciclamino era insignificante ed aveva bisogno della vicinanza degli altri per esaltare il suo colore.

L’inverno era arrivato, aprendo le braccia aveva scatenato un forte vento.
Io sottoterra, in un tegumento di sogno, aspettavo la primavera.