domenica, giugno 13, 2010

in bagno a fare plof


Era un calda notte estiva di fine anni 80, una di quelle in cui non esistevano gli amici di Facebook e tutti prendevano lo scanno e si sedevano fuori al fresco, nella speranza che in quel raggio d’azione ci fosse qualcuno o qualcosa di potenzialmente criticabile.

Era una cricca di pettegole e vecchie signore , Zia Dora aveva soprannominato ognuna di loro con i nomi dei tg .

Una di quelle notti anche io presi parte a quello scanno-party constatando che le signore anziane avevano una sempre una vasta gamma di argomenti da discutere .
Spesso l’argomento più gettonato era parlare male della vicina che si era assentata quella notte.

Erano fatte così; si parlava sempre di chi non c’era, cominciando con piccole frasi, apparentemente scherzose che poi si trasformavano in interi racconti di vita , opere, disastri e potenziali bocchini.

Un po’ come fanno certi parenti che dicono peste e corna del parente assente per poi accoglierlo con un super sorriso al momento dell’incontro.

Quella sera Tg5 che stava seduta vicino a Tg1, con fatica sollevava la sua mole composta da strutto e altri metalli pesanti; alzando il deretano dallo scanno, questo sembrava riprendere la forma originale e fare un sospiro di sollievo.

L’enorme signora si dirigeva verso la porta di casa e tutte le vecchiette sedute li attorno la guardavano bramose di sapere cosa dovesse fare .

Tg5 mostrava il suo gigantesco lato B in grado di oscurare le luci dei lampioni e farla apparire in controluce come un enorme cassonetto.

Quando i miei grandi occhi riuscirono a mettere a fuoco Tg5, lei ruotava leggermente il capo portando la spalla all’altezza del mento e con questo fare sensualissimo svelava a tutti i presenti l’arcano;
“ vado in bagno a fare plof ! ”

Una risata di gruppo e il vicinato di Zia Dora diventava improvvisamente chiassoso.
Quando Tg5 era sparita tutti tendevano l’orecchio verso la finestra del bagno, probabilmente alla ricerca di uno spunto per il nuovo argomento.

Io che ero un bocciolo di bimbo trovavo assolutamente scandalosa quella confessione; adesso tutti sapevano che Tg5 faceva plof e potevano immaginarla in quel atteggiamento.

La mia immaginazione galoppava e tra la voglia di ridere e vomitare immaginavo una per una quelle vecchiette mentre si dirigevano in bagno.

Tg1 era sempre intenta ad intrecciare cestini ed era così che la figuravo mentre svolgeva le sue personali evacuazioni.

Il giorno dopo ancora sconcertato decidevo di parlarne con la maestra.
La maestra mi rispondeva che non c’era nulla di male nel dire “vado in bagno a fare plof ” in quanto era una cosa che facevamo tutti e che in un ambiente scherzoso e informale si poteva parlare anche di queste cose.

Io ero irremovibile sul mio pensiero; benché fosse affare di molti non vi era alcun motivo per parlare con tutti delle proprie e personalissime evacuazioni corporali.

Purtroppo la nuova parola , plof , era diventata sempre più popolare tra i miei famigliari che non vedevano l’ora che arrivasse il momento out per utilizzarla.

Qualcuno ispirato da plof aveva cominciato a ideare nuove e orripilanti onomatopee; prrr, splosh, pof , ratatò, ratatà, fino al famoso plin plin , al punto che io cominciavo a guardare con disgusto anche l’espositore delle papatine Puff.

Continua...