mercoledì, ottobre 06, 2010

Una splendida domenica

Ero andato a letto troppo tardi…
O almeno ero rimasto a letto a leggere fino alle 3 del mattino.
In quella libreria Alevù aveva rinvenuto dei veri libri di magia sigillati dal cellofan; per tutta la sera e durante la proiezione del film non vedevo l’ora di tornare a casa e leggerli.

Prima che iniziasse il film, Alevù aveva strappato il cellofan da uno dei libri ed era rimasta assorta nella lettura nel capitolo magia sessuale.
Distoglieva lo sguardo solo per dire; “questo non lo sapevo, mio dio…”

In effetti non era una lettura leggera; i rituali erano truculenti e prolissi e servivano quasi tutti ad invocare diavoli.
Ognuno di questi aveva una sua terribile specializzazione.

Per tutto il resto della notte il mio sonno era stato disturbato da sogni terrificanti e il letto pareva ingoiarmi come se fosse un enorme bocca pronta a masticarmi.
Io non avevo paura.
Mi sentivo forte.

Al mattino seguente quella forza ancestrale mi aveva abbandonato e a stento riuscivo ad aprire gli occhi.
Il cuore mi batteva fortissimo e il colletto della mia t-shirt era completamente bagnato.
Non ero in grado di guidare e andare a Villacidro dove Peo mi aveva invitato a pranzo.

I diavoli che non avevo invocato e gli incubi centravano ben poco.

Era il sesto giorno di seguito che mi addormentavo alle 3 del mattino e la caffeina, per l’ennesima volta, mi aveva fatto male.

La verità era che forse non avevo tanta voglia di arrivare subito al giorno seguente.
I turni di lavoro rendevano tutti i giorni uguali e mi ritrovavo ogni giorno nelle stesse ore a fare le stesse identiche cose.
Questo mi stava consumando.

Stavo quasi per mollare un pacco a Peo, mi avrebbe odiato per tutto il resto del 2010 , ma poi, forse, mi avrebbe perdonato.

La stanchezza non si era sostituita al buon senso.

Peo mi era sempre vicino in qualunque situazione, mi sosteneva ed era sempre dalla mia parte.
Più di tutti assecondava i miei stati d’animo ed era in grado di positivizzare il mio umore.

Non potevo certo deluderlo….
Alla fine senza caffeina e con due yogo-brioss in una tazza di latte alla soia strisciavo fuori dalla doccia e mi dirigevo al luogo dell’appuntamento.
Nella campagna di Villacidro, in un terreno adibito ad alberi da frutto , c’era una casetta deliziosa circondata da un giardino .

Seduto in una grossa pietra di quarzo non potevo fare a meno di ammirare il giardino di Peo curato nei minimi dettagli, perfettamente concimato nella più totale assenza di afidi, cocciniglie ed erbe infestanti.

Peo faceva tutto con attenzione , ma con grande semplicità, non pensava mai in negativo e questo si ripercuoteva sulle sue piante.
Io invece dovevo perennemente esorcizzarmi; la mia era una continua distruzione e rinascita.

Dovevo impegnarmi parecchio per apprezzare la vita.
Più tardi assieme al sole erano arrivate altre persone, tra le quali potevo scorgere sorrisi conosciuti; le amate cugine di Peo e Vaty, sua sorella.
Invidiavo Peo per il rapporto che aveva con le sue cugine, erano spesso assieme e parlano di ogni cosa.

Al termine del pranzo il pomeriggio veniva animato dalle più disparate canzoni d’amore.
Voci che si propagavano nella campagna grazie al mega impianto karaoke che avrebbe fatto morire di invidia anche Fiorello.
E’ stato in quel momento che mi sono liberato.
Quando mi sono fatto coinvolgere e ho cominciato a cantare tutte quelle meravigliose canzoni un po’ trash che hanno fatto la storia di questo paese.
Avendo 3 microfoni a disposizione era fantastico cantare in gruppo.

Cantare è come scrivere in questo blog; è liberatorio.

Dovrebbero farlo tutti, anche chi come me non sa cantare e cerca di recuperare con la coreografia.
Il karaoke dovrebbe essere fornito dallo stato.

Perché di voce si tratta.

La maggior parte delle persone fa una vita difficile dove spesso sono costrette a tacere.
Quando il sacco è pieno hanno la necessità di sentire la propria voce.
E come se urlando la propria voce diventasse come quella di un tuono.

I diavoli li abbiamo dentro, sempre, ma sono già scappati quando sentono la voce del tuono perché prima hanno visto la luce.

Alla fine a energie recuperate è intervenuta anche lei; Cugina Truzzy, ovviamente accompagnata dalla sua inseparabile amica Isa.

Era insolito, perché Isa e Truzzy non compaiono mai di giorno e non si manifestano dove i loro tacchetti potrebbero venire a contatto con sassi o terra.