Faccio spallucce e neppure rispondo,
poiché trascrivere tutta una vita sul web non sarebbe possibile.
E anche vero che io scrivo parecchio,
ma non sempre pubblico.
Molte cose rimangono in bozze e li
vengono dimenticate.
Oggi ho ripescato un post che ci tengo
a pubblicare; un post molto distante da quello sottostante e da tutti
quelli frivoli che di solito amo pubblicare.
Per tutta la vita ho cercato un senso.
Per tutta la vita ho cercato qualcosa.
Se questo qualcosa fosse un insieme di
cose o qualcuno, non l'ho mai capito.
Nella ricerca di un posto dove stare e
nella disperatissima missione di dimostrare che anche io potevo
essere speciale sono diventato creativo.
Se il mondo non mi avesse dato ciò che
cercavo sarei stato io a crearlo.
Creare era meraviglioso e la vita aveva
un valore aggiunto.
Creare però comportava un notevole
sacrificio fisico e mentale.
Ad un certo punto divorato e consumato
fino alle ossa dalla mia stessa passione mi sono inaridito ed ho
scelto la strada più breve ; comprare.
Non comportava nessun dispendio di
energie e si poteva trarre la massima soddisfazione.
Non bisognava stare ore ed ore chini su
un pezzo di carta o di fronte ad un pc per scrivere su un blog.
Non bisognava spremere la mente, non occorreva esporre pubblicamente la propria anima; comprare era facile.
Comprare l'ispirazione di qualcun'
altro era terapeutico e più inebriante di qualunque droga.
Non so davvero come sono arrivato a
questa conclusione.
Forse è stata quella zampetta nera.
Quella zampetta nera appoggiata sul mio
ginocchio e quello sguardo che dice; “ posso salire?”
Saranno quelle fusa che dolcemente
hanno placato il mio animo insieme ad una inspiegabile tachicardia.
Quella notte mi sono detto che i vuoti
emotivi non potevano essere colmati al centro commerciale.