giovedì, novembre 17, 2011

Creare e comprare

Qualcuno dice che i scrivo i cazzi miei nel blog.
Faccio spallucce e neppure rispondo, poiché trascrivere tutta una vita sul web non sarebbe possibile.
E anche vero che io scrivo parecchio, ma non sempre pubblico.
Molte cose rimangono in bozze e li vengono dimenticate.
Oggi ho ripescato un post che ci tengo a pubblicare; un post molto distante da quello sottostante e da tutti quelli frivoli che di solito amo pubblicare.
Per tutta la vita ho cercato un senso.
Per tutta la vita ho cercato qualcosa.
Se questo qualcosa fosse un insieme di cose o qualcuno, non l'ho mai capito.
Nella ricerca di un posto dove stare e nella disperatissima missione di dimostrare che anche io potevo essere speciale sono diventato creativo.

Se il mondo non mi avesse dato ciò che cercavo sarei stato io a crearlo.
Creare era meraviglioso e la vita aveva un valore aggiunto.
Creare però comportava un notevole sacrificio fisico e mentale.

Ad un certo punto divorato e consumato fino alle ossa dalla mia stessa passione mi sono inaridito ed ho scelto la strada più breve ; comprare.

Comprare era fantastico.
Non comportava nessun dispendio di energie e si poteva trarre la massima soddisfazione.
Non bisognava stare ore ed ore chini su un pezzo di carta o di fronte ad un pc per scrivere su un blog.

Non bisognava spremere la mente, non occorreva esporre pubblicamente la propria anima; comprare era facile.
Comprare l'ispirazione di qualcun' altro era terapeutico e più inebriante di qualunque droga.
Non so davvero come sono arrivato a questa conclusione.
Forse è stata quella zampetta nera.
Quella zampetta nera appoggiata sul mio ginocchio e quello sguardo che dice; “ posso salire?”
Saranno quelle fusa che dolcemente hanno placato il mio animo insieme ad una inspiegabile tachicardia.
Quella notte mi sono detto che i vuoti emotivi non potevano essere colmati al centro commerciale.