domenica, aprile 23, 2006

La lettera di un lettore

Caro "mancato Narciso"

Ho letto tutti i tuoi blog. Sarò l'ennesimo “sconosciuto idiota che si prende delle libertà con te”, ma ciò è inevitabile; scrivendo si deve avere l’illusione che qualcuno ci legga e anche di poter essere d’aiuto a questo qualcuno, per ingannarci e credere di essere ascoltati e il fatto di realizzare una qualche intimità con l’interlocutore, dà l’impressione che chi scrive s’impicci degli affari tuoi, ma non è sempre così, credimi. Scriverti è una cosa che faccio volentieri ma non in questo caso, dopo aver letto quello che tu hai scritto, quindi faccio così: siccome non conosco il tuo nome, mi prenderò questa libertà, va bene? ;o)
Sono in mezzo a tutta la feccia che anima siti e speranze ma che a questa feccia non vuole appartenere; tutte le volte che ci penso ricordo un detto che dice che "non ci si può stupire se nel banco del macellaio c'è sangue!", non so se afferri. Il pacchetto siti&froci è così: completo e inscindibile, prendere o lasciare.
Ma abbiamo il libero arbitrio, la possibilità di scelta, la capacità di discernere. Forse sarebbe meglio sorvolare su tante cose e non rovinarsi il fegato per qualcosa che va oltre la comprensione e oltre ogni ragionevole buonsenso (è che poi a forza di sorvolare ti trovi, come al solito, in Antartide, ma pazienza….).
Essendo +-sardo, trovo agghiacciante il posto dove vivi e spaventoso il rapporto con i tuoi genitori, la mancanza di dialogo e scambio…. Mi angoscia non poco. Ti vedo come in una prigione, una gabbia dalla quale non puoi uscire. Hai provato a scappare? Non è facile ma bisogna mettercela tutta; stasera ti ho mandato il msg ed è vero, bisogna organizzarla la fuga, mi bisogna anche organizzare di organizzarla, no? Comunque sei talmente giovane che c’è tempo, so che frasi come questa ti faranno salire la carogna alle spalle, ma, detta da un vecchio come me, è una cosa normale, nel senso che hai veramente tanto tempo.
Ho letto il tuo blog e fra lo scritto e il velato, mi sembra che ci sia un’esistenza come tante di altri tuoi coetanei, anche se una cosa mi ha colpito: trovo una discrasia fra la tua età e i tuoi scritti, il tuo disagio, i tuoi sogni (non quelli sognati, ma i tuoi desideri). In un primo momento non ho guardato la tua età, ma poi sono andato a vedere e quando ho visto che ne avevi 25, la cosa mi ha dato da pensare. Sei ancora in una fase di grande brontolio adolescenziale, non adirarti se lo dico, che dovresti aver superato: sei un uomo! 25anni sono già abbastanza! So pure che ognuno ha il suo percorso e non ne esistono due uguali; immagino (ho intuito) anche gli sforzi che fai per emergere, per dare agli altri quello che hai dentro, la tua creatività e tutto quello che hai da offrire, da comunicare… Capisco che in quel paese non è una cosa facile. Mo, mi sono perso… :o) Va beh…
Altra discrasia: a volte, scrivendo sempre, mi sfuggono alcuni dettagli; spesso non riesco a mettere a fuoco alcune cose che –forse- mi rifiuto di vedere, da te ho trovato scritta una delle cose che mi sfuggono mi è piaciuto molto leggere degli ideali di perfezione che molti hanno l’illusione di acchiappare facendo incredibili e rocambolesche scelte; sarò triviale: queste fighe di legno che vogliono trovare un Brad Pitt dietro l’angolo tutte le volte che si muovono e che cercano solo ed unicamente la bellezza, la giovinezza, e comunque un figo della madonna come unico essere che può inchiappettarli, secondo me perdono tempo e giovinezza e tante altre cose belle che si precludono in quest’assurda ricerca del cazzo (! Non nel senso di cazzo proprio, cioè, non per il, ma proprio del, o forse il contrario?, va beh, mi sono incasinato). Ti allego un mio ‘op.cit.’* che meditavo da tempo ma che non riuscivo a scrivere perché mi rifiutavo di prenderne atto; da poco, leggendo un libro di Leavitt, è arrivata la folgorazione che ti allego (sempre della serie se ‘te ne può fregare di meno’).
A me manca proprio quell'ideale di perfezione che permetterebbe di realizzare me stesso, quindi non ho da liberarmi proprio di niente, salvo qualche quintale di sensi di colpa, di cultura cattolico-cristiana ecc. Forse perché sono diventato frocio tardi, forse perché continuo a rifiutarlo, chissà…
Ed ecco l’altra discrasia: ma perché ti depili per prendere il sole?
Hai forse bisogno di rendere il tuo corpo imberbe come un fanciullo?
Di solito è pratica di qualche tardone che adora vedere in ogni corpo quello di un adolescente, e solitamente lo fa lui stesso per crearsi l’illusione che senza peli diventi più giovane. Ma tu perché lo fai? :o) A proposito di non farmi gli affari tuoi, scusa eh, ma la pratica mi fa sempre sorridere perché io c’ho già le palle piene di farmi la barba, figurati pensare di cacciarli fuori dalle altre parti del corpo, è una cosa che non ha fine!
Mi sono riperso….
Concludo, se no non la finisco più, e poi scrivo sempre nel cuore della notte e adesso è notte fonda. Faccio ipotesi. Forse sarebbe bello trovare qualcuno che non è completamente d’accordo su tutto quello che fai, su tutto quello in cui credi. Forse è anche questo il bello della vita (!?), cioè provare a trovare spazi in cui vivere la propria vita accanto a qualcuno che sta cercando i suoi spazi; poi viverci assieme sarebbe una sfida, quasi una conquista. Non sarebbe meglio di qualcuno che dice di credere fermamente in quello che fai e invece se ne frega? Non sarebbe bello trovare qualcuno con cui condividere insieme un percorso che non investa completamente tutti gli aspetti della tua vita?
Mi spiego meglio: hai scritto delle parole ‘toccanti’ rivolte a quel qualcuno che sa che quei pensieri sono rivolti a lui e in questo ci ho letto il desiderio, quasi un’anelare in qualcosa che ti manca, un affetto essenzialmente, ma quello che non metti a fuoco è che questo non deve comprendere il tuo lavoro (i tuoi disegni…), il tuo modo di essere, il tuo ‘mondo colorato’ e tutto te stesso: sono della convinzione che non esista qualcuno che ‘ami’ tutto assolutamente tutto di un altro, di qualsiasi persona si tratti, di qualunque sesso siano i due soggetti che dividono la loro vita. Se posso, vorrei dirti che si può immaginare di condividere una vita senza dover per forza amare tutto assolutamente tutto di un’altra persona: c’è il rispetto; la propria libertà da salvaguardare (e quella altrui); la diversità, che crea scambio, interazione… Insomma: tante piccole cose che posso convivere. Sempre se posso (tanto non puoi rispondermi! ;o), non anelare a trovare qualcuno che accetti tutto di te; ti garantisco che ti si potrebbe amare anche solo perché sei carino e ‘fanculo se semini calzini e scarpe per tutta la casa e strizzi il tubetto del dentifricio dalla metà! :o)
Adesso smetto di rincoglionirti perché segue un altra pagina di mie elucubrazioni, e non solo mi sono perso ma ho perso di vista anche il perché ti ho scritto senza che nessuna delle mie considerazioni fosse richiesta… Ricordo vagamente che forse, nella tua pagina, chiedevi di leggere il tuo blog, o forse mi hanno colpito le parole che hai usato nel descriverti, che è più probabile, ma ha poca importanza. Ho letto il tuo blog, il disagio di cui scrivi e questo basta, d’altronde se uno scrive, oltre che per se stesso, scrive per altri, no? E quegli altri a volte rispondono (e rompono i pallini :o). Comunque ho letto anche cose che lasciano il tempo che trovano, cioè tempo perso, e il tempo non bisognerebbe mai perderlo: è la cosa più preziosa che abbiamo.
Avrei da ridire mooooolto su tutto quello che riguarda l’occulto e simili robe, ma non è né il caso né il luogo, magari una speranza che nutro -da vecchio rompipalle- te la comunico: spero che con tutta quella roba ci ‘giochi’ solo per inventare le storie che poi trasformi in disegno, e nient’altro.

Modalità d’uso dello scritto che segue. Mi sembra di aver capito che fra tutte le tue intolleranze alimentari e qualcos’altro che ho intuito ma del quale non ne ho capito molto, ti lamenti del disagio che creano (negli altri) e di come questi considerano un qualsiasi impedimento, soprattutto fisico, qualcosa che rende i rapporti, in un certo qual modo, falsati perché non si è al meglio, al top, così come giovane e bello e senza problemi, non so se ho reso. Lo scritto che ti mando potrebbe anche parlare di questo disagio che tu provi, in questo senso: io parlo di giovinezza e vecchiaia ma si potrebbero sostituire benissimo salute e malattia (in senso lato), il risultato sarebbe lo stesso. Parlo di giovinezza e vecchiaia perché è una cosa che mi rode; mi sono giocato la mia giovinezza ad inseguire qualcosa che era solo una forma mentis degli altri e già a 20anni insegnavo. Mi ci è voluto molto per crescere e scrollarmi di dosso quel finto abito che qualcun altro mi aveva cucito addosso, ma, ahimé, col mio pieno consenso. In pratica quando ero giovane ho fatto di tutto per sembrare grande, e solo ora che sono grande mi rendo conto di quanto sono stato coglione: pazienza. Quello che scrivo è talmente veritiero che mi fa pure incazzare, ma a niente serve il mio incazzo perché so che è così ed io stesso ho fatto quello di cui mi lamento ed ora che non sono più di primo pelo, noto negli altri, nei loro sguardi che vanno oltre me, oltre il mio corpo, quello di cui scrivo che si ripete (e si ripeterà) ancora per il resto dei giorni…
Buona lettura, un saluto e, se mi è concesso, un bacio.
Alessandro

*Entri e loro sono in una posa che nasce dall'arroganza giovanile. La cultura pubblicizza giovinezza e vigore come sue pietre miliari. Un vecchio entra e in quell'ambiente pieno di corpi giovani e sani e si sente disprezzato perché incarna tutto ciò che quei giovani temono di più: la perdita della giovinezza e di quei corpi ai quali danno tanta importanza. I giovani odiano i vecchi. (da D. Leavitt)

(Op.cit.) Ed è vero, i giovani odiano i vecchi perché rappresentano quello che temono di più: la vecchiaia. E' una riflessione che non avevo mai fatto prima d'ora. Nei loro occhi si legge il disprezzo perché sono lì a rappresentargli quello che diventeranno loro, e loro, i giovani -per il momento- non vogliono prenderne atto, non vogliono pensarci, vogliono far finta che quello a loro non accadrà. Ed è giusto che sia così! Ahi voglia a dire che i vecchi sono una preziosa fonte di saggezza, se così fosse ormai avremo un'umanità perfetta ed invece ai giovani non gliene può fregare di meno e continuiamo a commettere i nostri errori strafottendocene di quello che i saggi hanno da dire; l'umanità (giovane) vuole il diritto di poter sbagliare, anche se questo ai vecchi e saggi sa tanto di coglioneria. Ma tant'è che continuiamo a sbagliare e sbagliare....., e, con le dovute eccezioni, si va avanti più facendo affidamento a quelli che ascoltano i vecchi e saggi che compensano quelli che non li ascoltano affatto. Ma è fondamentalmente giusto; ogni generazione ha bisogno di far affidamento sui propri miti, eroi, ideali e valori più o meno fondati, più o meno etici, anche se questi sembrano non esistere per le generazioni passate che continuano a guardare con gli occhi propri della loro generazione che guardava ad altro. Se poi ci mettete in mezzo che spesso i giudizi non vengono da generazioni contigue ma addirittura da due passate (se non di più), lo squilibrio del gap generazionale si delinea meglio. Siccome ogni nuova generazione non può far fuori quella che la precede, né far tabula rasa di quello che ha costruito, la nostra vita è un continuo tentare di far fuori quello in cui le generazioni passate continuano a credere e che non vogliono perdere, e le nuove che faticano ad affermare quello in cui loro credono e che soprattutto credono più giusto. E questo succede ogni giorno, ogni anno, ogni decennio che passa, in un intricato ingarbugliamento di incontri e scontri di almeno 5 o 6 generazioni che lottano e che si rappresentano ogni giorno nel palcoscenico della loro vita. Che lotta impari! Ma l'unica e necessaria che abbiamo. (a.b.c.)


* * *
La mia risposta:

Ciao Alessandro,
rispondo pubblicamente alla tua mail,
se è vero che hai letto il mio blog (che comincia da luglio 05) per intero avrai capito che mi chiamo Riccardo (Ricky, Wiz*ARD, Wizzy o Bana).

Ho trovato la tua E-mail molto stimolante e non sono quello che si offende quando una persona espone in modo garbato le sue idee.

( Anche se in questa mail non c’è nulla che potrebbe offendermi)
Mi sono arrivate mail molto belle, altre molto brutte, mi sono arrivate foto di ragazzi nudi che volevano conoscermi, inviti a cena e molti disegni.
Avvolte mi sembra di interagire col mondo e questo mi gratifica più di ogni altra cosa.
Non commentare questa mia frase, lasciami alla tenera illusione che il mondo mi ascolti.

Io a 25 anni non mi sento un “uomo” , ho la percezione della maturità acquisita fin da ora, voglio diventare grande, ma non voglio neppure rinunciare a quella freschezza di quando avevo 13 anni e cominciavo a scarabocchiare sulla carta.
Freschezza che caratterizza il mio carattere e che da sempre mi ha permesso di far fronte a qualsiasi difficoltà spesso causata dalla mentalità di questo posto.

E quando scrivo che qui sto male, che sto in una situazione di merda, ricorda che tutto quello che scrivo è vero al 100%, ma è portato all’esasperazione dal sentimento che provo in quel momento.

I veggenti non sono persone che fanno le magie, ma persone che colgono altri aspetti della realtà.
Desidero farlo con gli occhi curiosi di un bambino.
The Clairvoyant Child
(Il Bambino Veggente)

La persona che amavo non capiva quello che disegnavo, nel senso che non produceva su di lui nessuna emozione, ne positiva né negativa, quindi non capiva me; i miei disegni sono un estensione di me stesso, ignorarli significa non conoscermi affatto.
I miei genitori non leggono quello che scrivo e mia madre e talmente abituata a vedermi disegnare che non ci fa neppure caso.
Voglio comunque specificare che non mi hanno mai fatto mancare nulla e che tutti e due si sono prodigati per farmi crescere sereno e in buona salute nel limite delle loro possibilità finanziarie di quel tempo.
Hanno difetti e una mentalità che appartiene a un tempo sballato ed ambiguo ed io per questo non li posso giudicare, (ma mi posso incazzare), e tollerarli perché certi ragionamenti sono inculcati dalla nascita.
Confido nelle nuove generazioni, confido in questi bambini di oggi che sono avanti anni luce.
Credo in Dio , ma non in quello recitato da una Chiesa antiquata, bugiarda, contraddittoria e spesso violenta.

Credo nel fatto che Dio abbia distribuito i suoi talenti e che per questo motivo gran parte del cervello umano sia un mistero.
Credo nel mistero dell’uomo e del mondo, credo nella magia, quella meravigliosa coincidenza che intreccia luoghi e persone e fa nascere una storia.
La mia camera è volutamente esoterica.
Non è sempre chiaro quello scrivo, in molti casi mi interessa che sia solo io a capirlo.
So che gli altri leggono, ma io scrivo per me: non voglio che vada perduto quello che sento.

Depilarmi non mi fa sentire più giovane, mi fa sentire più pulito, mi fa sentire più a mio agio perché sono molto magro e trovo che i peli mi stiano male.
So che gli altri vedranno che sono liscio, ma io lo faccio per me; desidero piacere a me stesso.
E’ una pratica dolorosa e lunga, non lo so fare da solo e dipendo da una mia amica, un giorno quando avrò un lavoro affidabile forse ricorrerò al laser.

Per concludere in risposta alla parte finale della tua mail nessuno dei miei amici attuali mi ha fatto sentire brutto o non accettato.
L’amicizia è un cosa che si conquista nel tempo.
Io i miei amici me li sono conquistati non facendo dei favori o altre cose; ho mostrato a loro chi ero e come ero, ho mostrato a loro che gli volevo bene e questo a fatto si che si affezionassero a me.
Posso affermare con assoluta certezza che la mia amicizia con alcuni di loro è indistruttibile.

Mi dispiace che tu ti sia svegliato tardi, ma credimi non è mai tardi quando si ha una vita da vivere.
Mia cugina è morta 13 anni e benché non creda nel paradiso per lei farò un piccolo sforzo.

Grazie della tua e mail (che reputo la più interessante) e non pensare al passato.
Quando si realizza un fumetto, può capitare che qualche vignetta non venga bene, non puoi soffermarti troppo a correggerla e rivederla, perché la storia in questo modo non avrebbe un seguito.

Riccardo