lunedì, agosto 21, 2006

Erva End


La vita è veramente bizzarra.
Ricordo perfettamente quando l'anno scorso ero all' Aqua Dream.
Mentre Filayppo Von Fustemberg e Victoria Principal stavano spalmati sugli sdrai io correvo da una parte all' altra quasi come se volessi in qualche modo smaltire qualcosa di troppo pesante dentro di me.
Bisognava fare la fila per recuperare la ciambella confiabile; una volta presa occorreva fare un altra fila in una lunga scala metellallita alta trenta metri.
Una volta in cima alla scala ci si sedeva nel gommoncino e si veniva lanciati dentro un tubo nero dove non si vedeva nulla fino ad arrivare alla piscina sottostante.
Non so davvero quante volte avessi fatto quel gioco chiamato Black Hole; li dentro potevo urlare senza essere ascoltato, potevo maledire il tuo nome e rivedere la luce alla fine del tubo e poi purificarmi con l'acqua e il sole all' arrivo nella piscina.

Ma ci volle molto di più per poter smaltire quel peso dentro di me; dovetti utilizzare quanta più forza c'era nel mio spirito fino a quando la solitudine divenne un' amica preziosa e una compagna di viaggio.

Mi chiedo come puoi dopo un anno fare finta che tutto questo non sia mai accaduto, mi chiedo come si possa abbracciare una persona che hai abbandonato per un'altra.

Potrebbe essere tutta una trappola come diceva Rain, poteva essere un piano per far ingelosire la persona che avevi perso, poteva essere un pò di solitudine da parte tua, poteva essere solo noia; potevano essere tutte queste cose.

Io ne ero ben consapevole, ma non avevo nulla da perdere e nulla da conquistare, avevo soltanto del tempo da dedicarti perchè non avevo voglia di fare nient'altro.
Quella del nuovo parco acquatico era un' idea carina e quindi mi sono lasciato convincere.
Non è strano che anche in questo parco acquatico ci fosse un gioco chiamato Black Hole;la cosa strana era dopo un anno salirci e scendere quel tubo assieme a te.

Un anno fa non potevo certo immaginare che le ferite del cuore potessero rimarginarsi, non potevo immaginare che qualcuno dei miei famigliari sarebbe morto all'improvviso, mostrandomi che cosa significava veramente soffrire.
Anche se ho dormito tra le tue braccia e ti ho lasciato sfiorare dolcemente il mio corpo, quello che ho dentro è oramai lontano da te.
Semplicemente il mio corpo ricorda gli abbracci; il tuo abbraccio è registrato chissà dove nel mio cervello e mi basta chiudere gli occhi per sentire quellla stretta.

Forse non sono solo visivo, ma anche cinestesico.

Ho passato 2 giorni speciali, dove neppure Rain sapeva esattamente dove ero; volevo sparire e così ho fatto.

Volevo dimenticarmi per un attimo del lavoro che diventa opprimente con le sue continue valutazioni e volevo ricordarmi di Wizzy che un anno fa soffriva per qualcosa che aveva perso.

Nella tua casa c'era ancora qualcosa di me; l'incensiere con gli ideogrammi giapponesi, il mio barattolo di Orzoro, i miei dvd, il mio abbronzante e la mia bandana arancione.

Adesso c'ero anche io seduto nel tuo salotto a fissare il computer spento da dove avevo creato Ervamate.

Mi chiedo che cosa tu abbia fatto per tutto questo tempo, mi chiedo che fine ha fatto la persona con per la quale mi avevi messo nelle condizioni di lasciarti, mi chiedo perchè sono tornato nella tua casa buia che ho visto in sogno centinaia di volte.

Tutto questo ha perso di importanza.
Tu non hai più importanza.

Quando ci siamo lasciati si è chiusa una porta e non si è aperto nessun portone.

Non posso fare a meno di pensare che qualcuna in cielo sia diventata realmente una Dea e che abbia provveduto da tempo a sbloccare quella ruota che si era incastrata nel fango per questo motivo non ho bisogno di altro.