venerdì, marzo 16, 2007

Tutti i miei sport


Quel figlio di puttana del corriere non mi ha ancora recapitato i fumetti che periodicamente compro su internet.
Tutto ciò ha rovinato i miei piani per questo pomeriggio che prevedeva la lettura dei miei amati manga buttato sul letto avvolto da un strato di pigiama incorniciato dal rumore dalla pioggia che cade.
Come osano far saltare la mia scaletta appositamente studiata da garantire un relax principesco?!
Pago ben 7 euro di spese di spedizione quindi esigo che i miei acquisti arrivino puntualmente.
Ho già preparato una terribile e-mail di lamentela.
In un angolino della mia coscienza una vocina dice “dovresti muoverti, dovresti fare dello sport.”
Non è vero.
La verità è che ho visto su Sky (per abbonarvi 199100900) un programma dove le persone vengono migliorate grazie alla chirurgia estetica, ma prima di metterli sotto i ferri vengono sottoposti a due mesi di palestra per essere pronti per l’operazione.
Uno di questi istruttori diceva che il nostro corpo è un sofisticato macchinario e come tale ha bisogno di essere messo in movimento o è destinato ad invecchiare molto presto.
A dire che a 50 anni potrei essere come Madonna se solo avessi voglia di muovere il culo (e qualche miliardo nel banco posta).
Io vorrei fare sport e solo che non sono ispirato…
Ripercorriamo la mia carriera sportiva per capire meglio la mia psiche.
Dunque, da piccolo i miei genitori hanno sempre tentato di uniformarmi alla massa cercando più volte di indurmi a fare un iscrizione per giocare a calcio.
Inutile dire che non ci sono mai riusciti..
Io preferivo stare nel nostro orticello a zappare e togliere erbacce tutto per curare il meraviglioso recinto che avevo costruito per la mia amata tartaruga Terry Lennox.
Forse è per questo che alla fine sono andato in una scuola agraria?
Mi divertivo ad osservare la mia tartaruga e inventare storie a fumetti dove lei era la protagonista e cercava di sfuggire dalla grinfie di un perfido serpente con l’ ausilio di fidati amici che erano un bruco, una lumaca e una farfalla (giusto perché erano facili da disegnare).
Riuscirono a mandarmi a karate, ma dopo la cintura gialla abbandonai perché uscendo sudato dalla palestra mi presi un terribile malanno e dovetti subire un periodo interminabile di iniezioni.
Durante la mia pubertà mi feci contagiare la passione per l’equitazione da mia cugina Sea e quindi chiesi a mia madre di poter andare a cavallo.
Mia madre non mi diede la sua approvazione dichiarando che io non avrei fatto nessuno sport in quanto era il cavallo a portarmi su di lui e di conseguenza era l’equino a fare movimento e non io.
Presi la matita e cominciai a disegnare cavalli col risultato che sembravo elefanti.
Mio padre mi comprò una splendida racchetta da tennis, ma era talmente bella e costosa che i miei vicini di casa cominciarono ad odiarmi e a non rendermi partecipe delle loro partite.
Non ero un bambino che si buttava giù così facilemente.
Con un enorme gusto per l’ arredamento collocai la racchetta da tennis da una parte nella mia stanca e li ci restò per anni come un soprammobile.
Ad un certo punto decisi di praticare uno sport che a Sanluri nessuno faceva e riuscì a convincere tutti i miei amichetti e le amichette di mia cugina Sea; il frisbee.
Il frisbee era la cosa più divertente che avessi mai sperimentato, organizzavamo veri e propri duelli all’ultimo sangue con tanto di pose Sailor prima del lancio.
La mia più acerrima nemica era Emanuela Ver Muller (Rain) che tentava in ogni modo di contrastare i miei lanci.
Col passare del tempo tutte le persone che amavo cominciarono ad innamorarsi e a non avere più tempo per me e il mio frisbee.
Io cominciai a disegnare le persone.
Con il mio arrivo alle scuole superiori diventai il leader di un gruppo di pazzi e decidemmo di iscriverci in palestra.
Qui il mio unico esercizio era l’utilizzo della lingua, restavo in palestra 3 ore solo per chiacchierare con risultati zero.
Solo con la maggiore età tornai da solo e con obbiettivi diversi col risultato di avere delle addominali stupende.
Ma questa tartaruga mi rendeva infelice poiché per avere quegli stupidi cerchietti in pancia ero arrivato a pesare 49 kili.
Terrorizzato, scesi dalla ciclette feci un bel gesto col dito verso lo specchio e fuggì dalla palestra e da quella mia sparizione nessuno sa più nulla di me.
Le addominali sono sparite e io mi sento cento volte meglio.
Rimane comunque lo sport per cui provo un enorme nostalgia; la pallavolo.
A scuola riuscirono a convincermi ad iscrivermi nella squadra e quell’anno la mia classe vinse il torneo.
Non so dire quello che ho provato, ho ancora la coppa con scritto “primo classificato”.
Sia per quanto riguarda le scuole medie , sia per le scuole superiori la pallavolo è stata una delle cosa che conservano più ricordi per me.
Se ci ripenso capisco di aver vissuto davvero a lungo e intensamente, ho frequentato e conosciuto una marea di gente e mi chiedo;…
Quale è il ricordo che avete di me?