domenica, giugno 01, 2008

Tartaruga


Era l’ennesima collega che spariva per andare in maternità; oramai erano così tante che cominciavo a chiedermi come l’azienda avesse potuto assumere così tante donne fertili.
Forse era solo il ragionamento di una persona che certe cose non le avrebbe mai capite e non avrebbe mai sperato di capirlo in quanto nonostante nato in una famiglia che non aveva mai avuto grossi problemi era totalmente estraneo al concetto di famiglia di propria produzione.

Per me sposarsi non era il coronamento di un sogno d’amore; per me era uscire da una gabbia e rinchiudersi in un'altra, dopo tutto se due volevano stare assieme non avevano bisogno di giurarselo in eterno davanti a Dio e a uno stuolo di parenti pettegolissimi pronti a trovare il pelo nell’uovo anche quando l’uovo non c’era.
Io ero una di quelle persone che non poteva farsi un tatuaggio perché non poteva sopportare il fatto che questo fosse indelebile e che durasse tutta una vita.

Se l’ amore era un sentimento eterno ero io a non aver capito nulla?

Stare seriamente assieme ad una persona mi spaventava perché automaticamente portava via del tempo da dedicare alle persone care che erano state con me fino a quel momento.
Io non potevo essere di una persona e basta perché avevo un rapporto diverso con tutte le persone che conoscevo e avevo bisogno di trarre linfa vitale da ogni singola persona.
Qualcuno diceva che io ragionavo così perché ancora non avevo trovato la persona giusta, quella che ti faceva battere il cuore , quella che ti faceva cambiare e dimenticare di tutto e di tutti.

Scusi, dovrei parlane prima con mio marito.
Mi può richiamare? Mia moglie non è in casa.

Era questo che non sopportavo nelle coppie; la totale assenza di iniziativa personale.

Gli esseri umani hanno per forza bisogno di un complice per la vita oppure esistono persone come me che fanno affidamento solo su se stesse?

C’ erano persone che non avrebbero mai potuto concepire un’idea simile, allo stesso tempo non credevo che potesse esistere una “persona speciale” della quale mi sarei potuto fidare davvero.
Dopo anni di batoste e delusioni ci si trasformava in tartarughe.
Il guscio cresceva e si rimaneva li, in un minuscolo e sicuro spazio vitale; gli spostamenti si facevano prudenti e lenti, sempre pronti a ritirare la testa sotto al guscio.
Stare insieme per anni e vedersi sempre, sposarsi e fare figli forse la trasformazione in tartaruga non mi sembrava così deleteria.

Eppure ogni tanto ci pensavo: “ un figlio mio”…

Chissà se avrebbe imparato a disegnare o avrebbe sviluppato qualche altra capacità.
Chissà se anche lui avrebbe avuto la mania dei cappellini e si sarebbe circondato di persone bizzarre e uniche.
Infondo mi conoscevo dal momento che le leggi della natura non si incrociavano coi bisogni del mio egocentrismo e quindi di partorire io stesso una mia copia tanto valeva lasciare stare.

Se poi non potevo farne a meno avrei potuto, in seguito, adottare un bambino cinese.