giovedì, maggio 29, 2008

Insonnia

( aspettando Alevù)

Il Cd di Cicciolina a palla sullo stereo.
Le lunghe camminate e le vetrine del centro città.
Le cene messicane, cinesi e arabe.
Il succo di frutta al cocco sorseggiato nella penombra del quartiere Castello.
Le prostitute sedute sul marciapiede e l’esplorazione di nuovi quartieri.
Le risate sguaiate nelle solitarie spiagge di notte.

Una timida estate era alla porte ed io cercavo di godermi ogni cosa come se fosse l’ultimo giorno.
Dopo tutto da molto tempo era questo il mio stile di vita, tanto era inutile rimanere in casa dal momento in cui non riuscivo più a dormire.

La passiflora, la camomilla e la lettura i miei occhi restavano aperti.
Le notti d’estate erano come un richiamo, un chiaro invito a non restare a casa.
Capivo perché non riuscivo mai a trovare un po’ di tempo per conoscere nuove persone; l’amicizia era un sentimento pulito e rassicurante al contrario dell’amore che mi rendeva malinconico.