domenica, settembre 28, 2008

Consumato


Era un periodo in cui non avevo poi molto da raccontare, per questo motivo navigavo su internet nella speranza che fosse qualcun’altro ad intrattenermi.

I miei interessi si erano fatti limitati ed erano tutti rivolti al consumismo.

Una cassettiera nera, un appendiabiti nero, un cappello nero, uno stereo nero e qualcosa di favoloso da indossare per il matrimonio di mia cugina.
Probabilmente anche in questo caso nero.

Non mi importava se ci volesse uno stipendio e mezzo per realizzare tutti i miei sogni materiali, sapevo che per queste cose era solo questione di tempo che prima o poi le avrei trovate e che in qualche modo avrebbero colmato quel vuoto o quella voglia di fare.

Andare a Roma non mi aveva fatto bene.

Città come quelle riaprivano la mente di interrogativi dimenticati e sussurravano alle orecchie degli stranieri che in qualche modo in tutta quella vastità c’era posto per tutti.
Il mondo in cui si era vissuti fino a quel momento era banale, ripetitivo e mediocre.

A Roma sentivo chiaramente una parte sacra e una parte porca ed ero attratto da entrambe in maniera morbosa, creando dentro di me una lotta interiore che non sarebbe mai terminata, ed avrebbe portato al logorio di entrambe le parti.

Ancora oggi mi chiedevo quale fosse la mia vera natura e quale di queste cercassi di reprimere.

Mi capitava di avere i piedi freddi, la temperatura era scesa , era arrivato il tanto sospirato autunno, eppure dentro di me , ancora, bruciava l’estate.