mercoledì, ottobre 08, 2008

Wizzy al T-Hotel













Da tempo desideravo andare al T- Hotel, ma per una cosa o per l’altra non era stato possibile andarci.
L’occasione si è presentata grazie alla complicità di una persona speciale che ha trovato il modo di additarsi ai miei turni lavorativi.

Al T-Hotel è un altro pianeta.
Il personale è qualificato, disponibile, gentile, sempre pronto a rivolgere un saluto cortese accompagnato da un sorriso.
In una parola; professionale.

Perché non tutti lo sanno , ma è anche questo che fa vendere un prodotto.
Il cliente deve sempre sentirsi coccolato e capito.

Non certo come succede in altri posti; hotel, bar, negozi di abbigliamento o alimentari dove molti titolari danno per scontato il cliente, che spesso deve sopportare musi lunghi o altri atteggiamenti non proprio professionali.

Potrei fare miliardi di esempi, ma in questo momento desidero parlare solo del T-Hotel e ovviamente, di me.

Il T-Hotel è un teatro dalla scenografia elegante e composta, i personaggi che lo attraversano spesso sono in giacca e cravatta.

Io indossavo la mia solita maglietta a strisce rosse e nere.

Al ristorante l’atmosfera era ancora più elegante, tanto che per una volta mi sono tolto pure il cappello , cosa che non faccio mai poiché me ne sbatto delle fasulle regole del bon ton.

Ero circondato da dirigenti e manager e probabilmente ai loro occhi , visto il mio aspetto, ero solo un figlio di papà.

Di certo non avrebbero mai potuto immaginare che ero un operatore part-time di call center.

A fianco a me una vecchia coppia di inglesi terminava la sua cena consumando una tazza di latte con dentro il tè.

La signora inglese attirava tantissimo la mia attenzione.
Era così british!
Occhiali tondi e grandi incorniciavano piccoli occhi azzurri.
Era di corporatura grossa e la sua pettinatura, arricciata e biondo cenere aveva la forma di un fungo.
Indossava una lunga collana di perle rigirata sul collo due volte , che cadeva su una camicetta color crema abbinata ad un pantalone marrone.
Le scarpe era misteriosamente nascoste sotto la tovaglia.

Si vedeva chiaramente che prendeva in giro il marito, sempre con discrezione, sempre in maniera molto controllata; forse in quel momento capivo com’ era l’umorismo inglese.

Mi perdevo nei miei viaggi mentali e la vecchia coppia inglese si apprestava ad andare via.
Io li osservavo affascinato da tanta naturale compostezza, fino a quando il marito della vecchia signora mi ha dato le spalle, producendo, in linea d’aria col mio naso, un lunghissimo e per nulla aggraziato prrrrrr.

Non potevo crederci; io fantasticavo di essere a cena con la regina e improvvisamente quel peto mi aveva riportato nella realtà di ogni giorno.
Lo so.
In fondo era anziano e poteva averlo fatto senza rendersene conto , oppure, era anche quello umorismo inglese?

I miei pensieri si spostarono rapidamente da Londra al ricordo di poco prima di cena mentre ero in ammollo nella meravigliosa vasca idroterapica che sta al piano meno 1 del T-Hotel.

La vasca idroterapica fa parte del centro benessere Tspa presente nell’ hotel.
E’ una vasca con sei diversi getti idromassaggianti e rigeneranti, con bagno di vapore ,doccia vitalità, doccia aromatica e cromoterapia.

Un percorso nella vasca di 90 minuti dove ci si sottoponeva a determinati getti d’acqua che coinvolgevano diverse parti del corpo.
Bisognava cambiare getto massaggiante quando questo terminava, premendo il pulsante che attivava l’altro procedendo a rotazione.
Il tutto nell’atmosfera rilassante del soffitto che gradualmente cambiava colore.

Non ne sarei più uscito, sarei rimasto li a massaggiarmi e probabilmente in tutte quelle bollicine non avrei mai udito nessun prrr.