venerdì, maggio 19, 2006

Immortale


Era il 1995 e tra le braccia tenevo un grosso quadernone ad anelli nero.
Feci un respiro, allungai le braccia e lo consegnai a mia cugina Sea.
Era la prima volta che facevo sfogliare il mio cuore a qualcuno.
Lei si sedette sul letto, lo aprì e con un espressione di stupore cominciò a leggerlo....
Quello stesso anno decidemmo che quel giorno non saremmo andati a scuola e così io , Rain e Spano trovammo rifugio in un pulman che andava a Cagliari.
Presi il mio quadernone ad anelli nero e decisi che era ora di far dare una sbirciata al mio cuore anche a Rain e Spano.
Rain lesse il mio fumetto e rise per tutto il viaggio e quando terminò disse: è bellissimo , mi sembrava di essere dentro la storia.
Da quel momento non smisi più di disegnare fumetti e divenne la mia dolce ossessione.
Divenne la gabbia emotiva dove ogni male poteva essere neutralizzato e sconfitto, dove i buoni erano forti e dove io potevo dare un senso alla mia vita inventando una storia.
Non sarei più tornato indietro da quel percorso e avrei cominciato il più grande viaggio introspettivo della mia vita.
La persona che ero stata fino a quel momento smise di esistere e si sostituì ad un' altra più consapevole e forte.
Un ragazzino nuovo che non aveva bisogno di fumare o bere per essere accettato dagli altri.
Un ragazzino nuovo che in mondo di insicuri fece della musica degli anni 80 la sua droga.
Un ragazzino nuovo assolutamente incompreso dalla maggior parte delle persone, che avrebbe dovuto faticare molto per avere degli amici.
La solitidine venne cancellata e tutto diventò spunto per la mia storia di carta e inchiostro.
Le cose, però, non erano sempre perfette perchè per questa mia passione dovetti subire numerose critiche, specie da parte di certi parenti che forse per invidia o per ignoranza non accettavano quello che facevo.
Tra le offesse più grandi qualcuno mi disse: "ti stai rincoglionendo con queste cose" (detto in sardo che ha una forza diversa.
Fino a chi mi diceva: " ti stuferai di questi fumetti, succede sempre così".
Mia madre raramente si è interessata a quello che disegnavo, anzi pensava che io lo facessi solo per farlo vedere ai miei amici...
Fatto sta che ne faceva un elemento di vanto solo quando dicevano che suo figlio era bravo in disegno.
Forse mia mamma non aveva altro da dire su di me, così diverso e cosi' poco incline a fare tutto quello che facevano gli altri.
Per anni mi ha ripetuto " possibile che tu debba essere sempre diverso dagli altri ?"
Se un giorno dovessi avere dei figli ( cosa improbabile) gli dirò ; siate voi stessi, seguite la vostra natura e non abbiate paura di mostrala agli altri, non fatevi soffocare dalle chiacchere, dalle male lingue; essere unici, essere diversi è un talento innato che ha ogni essere umano.
Non perdete questo talento, perchè ognuno di noi è speciale proprio perchè è diverso da un altro.
Di sicuro non sarò mai un genitore coi paraocchi che è vissuto in un mondo ovattato.
Bisogna sempre ascoltare i propri figli senza giudicarli, bisogna sempre essere pronti ad accettare che possano sbagliare o che possano seguire strade diverse da quelle dei propri coetanei.
A quasi 26 anni ancora disegno fumetti e faccio un sacco di cose bizzarre, a 30, a 40, a 50, a 100, se ci arriverò, continuerò a conservare il mio spirito di bambino scrivendo e disegnado; in questo modo diverrò immortale.
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