mercoledì, giugno 20, 2007

Nella mia scrivania

Mi sento in colpa.
In due settimane non ho avuto il tempo di disegnare nulla.
Non è vero, il tempo c’è stato, ma ho preferito restare buttato nel letto a vedermi qualche film o a leggere fumetti che avevo già letto.
Dopo tutto io lavoro, ma questa non è una giustificazione.
Il lavoro è solo un modo per guadagnare qualcosa per continuare a circondarmi di tutte le cose che mi piacciono.
Disegnare da un senso alla mia vita, se non lo faccio questa mi sembra inutile, sprecata.
In queste notti sono andato a letto e spesso mi è capitato di accendere la luce per guardare il cassetto della mia scrivania.
Li ci sono tutti i miei progetti, ci sono i miei schizzi, ci sono i miei fogli di carta che attendono di ricevere una parte della mia anima.
Nella mia scrivania c’è una lampada a forma di matita, è tutta incrinata e vecchia, inoltre da alla mia stanza una bellissima luce dorata.
Con quella lampada e su quella scrivania ho iniziato a disegnare fumetti e non posso sostituire nessuna delle due cose.
Devo mettere tutto su carta, perché non lo faccio quando il mio corpo cederà, quel giorno morirò davvero.
Forse anche Rain si sente così quando non può partire per uno dei suoi viaggi, forse anche mio papà prova le stessa cosa quando la domenica non può andare a caccia.
Mi viene quasi da chiedermi quante forme d’amore possono esistere in questo mondo.