giovedì, giugno 24, 2010

Fuga a Olbia

Era un estate insolita; autunno e primavera si alternavano come se fosse una gara di ballo.
Ognuno dava sfoggio dei suoi passi di danza migliori.
Era un periodo abbastanza incline al mio stato d’animo, dove in apparenza era tutto bellissimo, ma in realtà sapeva di vecchio e consumato.

La pioggia riempiva vuoti emozionali profondissimi , ma presto l’estate, quella vera, si sarebbe accorta dell’inganno e avrebbe ripreso possesso della pista da ballo.

A quel punto la luce avrebbe prosciugato tutte le pozze che avevo fatto riempire accuratamente con acqua con il solo fine di farle apparire come un enorme piscina.
Dentro a quei crateri, la luce , mi avrebbe mostrato tutta quella verità che non volevo vedere .

La mia capacità di creare altri mondi non si era esaurita.
Questa volta volevo un finale diverso e meno scontato.

Qualcuno doveva salvarmi....

( Avvolte bisogna stare attenti a quello che si esprime, perché potrebbe avverarsi nel giro di un secondo. )

"Pronto?
" Hai 30 minuti per prepararti ."
" Dobbiamo anche fare la spesa. Andiamo a Olbia."

Preparare una borsa in 5 minuti era folle.
Andare al supermercato l’ultimo quarto d’ora prima della chiusura era folle.
Partire alle 9 di sera da Sanluri per andare ad Olbia era folle per una persona organizzata come me che ama fare schemi e tabelle di marcia.

Eppure anche se molto titubante di abbandonare il mio sexy-letto, mi sono fatto coinvolgere da Alevù e Lella Manson in questa follia di quella che era stata fino a quel momento una serata disastrosa.
Anche se l’estate aveva scelto di giocare a nascondino dietro una minacciosa nuvola nera e il maestrale diventava sempre più gelido, non mi sorprendeva affatto che quella fosse una delle serate più divertenti dell’anno.

Era una fuga dell’ultimo minuto.

Una fuga da tutto.
Mentre eravamo solo noi tre in quel letto a stringerci sotto la mia meravigliosa coperta con fantasie africane mi sono davvero dimenticato di tutto.
Mi sono dimenticato del lavoro asfissiante, della rata del mutuo che incombe e di tutte quelle cose che mi davano da pensare.