mercoledì, marzo 29, 2006

Ghetto is not for Me.





Qualcosa nel sonno tenta di uccidermi.

Ero sopra un muretto e correvo; mio papà mi inseguiva più in basso con la macchina. "Permettimi di dire qualcosa di banale , sai , io non sarei voluto morire".

Ancora una volta un coro straziante di angeli mi portava su e io sentivo la mia coscienza sparire e i miei pensieri affogare in un mare di tristezza.

Quando mi sono svegliato sono rimasto immobile per qualche minuto ; avevo davvero paura.

Il mio primo istinto è frugare sotto il cuscino per stringere la mia croce, ma poi, ogni volta, mi ricordo che il mio talismano l'ho regalato ad Alba.

Ho acceso la luce; lo scacciademoni viola coi delfini che mi aveva regalato Ex-Fiamma scintillava immobile.

Non mi manchi tu, ho nostalgia del mio amore.

Non è da me aver paura del buio; mi sono seduto nel letto, ho spento la luce ed ho cominciato a pensare...

E' la seconda volta he sogno di morire, ed ogni volta nel sonno sono io a decidere quando deve succedere.

Sognare di morire non vuol dire morire fisicamente, significa che qualcosa dentro di me vuole tramontare per dare vita a qualcos' altro.

La luce ha una coscienza propria: ecco perchè mi spaventa.

Sto cambiando, rapidamente.

Ho smesso di frequentare delle persone con cui uscivo qui a Sanluri, così di punto in bianco.

Ho cominciato a razionalizzare ogni cosa in modo freddo e meccanico. Non ho più tempo da offrire a chi non mi trasmette niente. Se non mi vuoi conoscere per quello che sono ti eliminerò con lo stesso sistema con cui si svuota il cestino di un computer.Avvolte mi capita di sentire le persone come se potessi interpretare quello che non dicono.

Oggi a cena ho sentito il pensiero di mio padre: mi sottovaluta.

Il mio senso artistico è in fermeto. Non mi posso fermare, tutto punta a una direzione.

Odio ghettizzarmi, ho bisogno di spazio, di nuovi stimoli, non voglio che degli sconosciuti idioti si prendano delle libertà con me solo perchè conoscono il mio nome.

Se amassi stare in un gregge tanto vale uscire a Sanluri.

Se ti saluto con un bacetto da checca vuol dire che mi fai ribrezzo; io non bacio e se ti abbraccio è perchè voglio stabilire un contatto con la tua anima.

Mi chiedo quale sia la mia strada e mi chiedo se riuscirò a vederla solo quando l'avrò prima focalizzata nella mia mente...

Mi bruciano gli occhi...me ne torno a letto. Buona notte.