sabato, aprile 29, 2006

La patrona dei gatti


Sto mangiando un omogeneizzato al pollo e i miei pensieri si perdono dentro a quel piccolo vasetto.
E' inutile giraci attorno, tanto i grandi argomenti di questo blog sono Ex_Fiamma e Alba.
E' successo.
Per questo la mente dovrebbe accuratamente archiviarli, mentre invece il mio cuore continua a percorrere quei sentieri.
Il punto è che io sento mia zia RosaPina.
Non conosco le dimensioni del dolore che prova , ma ne capisco il dolore.
Io lo so che non devo accomunare le due cose, lo so che non sono paragonabili, ma se non avessi perso Ex_fiamma probabilmente non sarei riuscito comprendere il dolore dei miei zii.
Quel senso di vuoto, quel lutto interiore, quell'eclissi dell'anima; quella ferita che quando ti viene inferta ti fa vedere il sangue, ma comincia a bruciarti solo molti giorni dopo.
Mio zio Ignazio lo vedo più forte, più determinato, specie da quando è cominciata la costruzione della cappella di Alba.
Fortunatamente la riesumazione è stata rimandata per via dei lavori.
Mia zia, nella sua enorme dignità, la vedo sempre più fragile o forse è così che mi appare.
Nella cappella di Alba c'è una vetrata dove mia zia vuole fare una farfalla su vetro.
Quando dico che sento mia zia significa che io la vedo anche dentro.
E' strano che tutti e due abbiamo chiamato Alba "farfalla", come è stranissimo che tutti e due abbiamo pensato agli stessi colori per la vetrata della cappella.
Per giorni zia Rosa ha cercato la forma della farfalla sui libri fino a quando si è ricordata che avevano un artista a casa( parole sue).
Appena è venuta da me abbiamo trovato la farfalla giusta in un attimo.
"Questa è la farfalla per Alba".
Finalmente sono stato utile.
Mia zia se ne è andata tutta felice con la farfalla stampata su carta.
Di sicuro non vedeva l'ora di decalcarla e farne tante copie da colorare per vedere come veniva con quei colori.
Naturalmente io l'avrei colorata in un attimo al pc, ma ho lasciato che ci pensasse zia perchè era giusto darle un interesse, perchè era giusto che il dolore fosse diluito dai colori dell'amore.
Di sicuro quel giallo, quel rosa e quel celeste avrebbero assunto un 'altra sfumatura.
Non era una magia che spettava a me, nonostante le mie mani fremessero dal desiderio di colorare quella farfalla.
In ogni caso si tratterebbe solo di un bozzetto su carta per la vetrata che è bella grande...
A Sanluri c'è un pò di gente che fa di questi lavori su vetro, ma a parer mio nessuno sa disegnare bene; l'unica che saprebbe dare un anima alla farfalla è Dominique la moglie di Eros kara.
Ma quei due pazzi dove sono finiti?